Thursday 20 June 2013

Memorie comuniste (15.06)

Per Claudio passaggiare tra il rosso e il nero della città proibita è un ritorno al passato. Classe 1960, capelli grigi arruffati sotto un berretto da marinaio, lui è venuto qui nel 1954 dall'Ecuador come Presidente della federazione degli studenti universitari. Ci è venuto in Transiberiana perchè Beijing era la terza tappa, dopo Mosca e Stalingrado, del congresso dell'unione internazionale degli studenti patrocinato dai popoli comunisti. E' stato invitato ad una cerimonia a Beijing con altre 200 persone dove erano presenti il primo Ministro e Mao.
Le sue memorie: "Allora era una società egualitaria, tutti vestivano dello stesso azzurro (solo nella più occidentale Shanghai le donne erano eleganti), abitavano nelle vecchie case in pietra e legno come quelle di Hutong e Mao era... meraviglioso". Oggi ci sono milionari, vestiti colorati ma palazzi grigi, inquinamento e Mao è ancora meraviglioso ma solo qui.
Per il resto Claudio ha girato un pro l'Italia tra Napoli, Milano e Torino, cita l'ultimo imperatore di Bertolucci e dichiara la sua passione per la nostra letteratura: "Dante e Petrarca e anche il Leopardi che è un romantico e pure Dannunzio anche se è un pò fascista".  Quando di prima mattina prende posto sul nostro express tour di Beijing, con quel suo farneticare in spagnolo e alcune affermazioni tipo "ho conosciuto Mao" penso che sia una specie di don Quisciotte un pò rincoglionito. Solo poco prima di essere scaricato dal minivan a fine tour mi accorgo di avere parlato con un romantico barricadero con la pelle consumata che ha viaggiato nel tempo per racconti con occhi pieni di emozione.

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