A bordo della mia Nissan Quashqai sono affacciato allo stop pronto ad immettermi nella via principale. Esito non so da che parte della strada devo guidare, troppa Australia sulle spalle.
Profumo di erba appena tagliata e grano bagnato dai finestrini mi riporta a correre in mezzo a un campo seguendo il mio Ufo Solar per l'ultimo saluto prima del suo viaggio di sola andata verso il sole.
Scopro di avere un paio di orecchie bioniche, posso sentire e soprattutto capire ogni sibilo di conversazione che volteggia nella sala del bar mentre sono in coda per pagare il mio pieno di gasolio a 1,54 euro/l. Miracolo del ritorno alla lingua madre dopo mesi di spagnolo, inglese e soprattutto cinese.
Profumo di caffè a 50 centesimi alla macchinetta nella sala di attesa della Euro gomme. Sotto la mia macchina, con un ritardo di tre mesi, stanno sostituendo le gomme invernali con quelle estive per brusco risveglio dal lungo letargo. "Buongiorno cosa posso far per lei?" Mi mette a disagio questa formalità del "lei" che riscopro in questo posto cosi poco formale con mani piene di grasso, trapani, bulloni e profumo di gomma sintetica. "Vuole fare un'assicurazine sulle gomme nuove? Riparazione in caso di foratura o sostituzione se non si può riparare". Si mi interessa costa poco e vale in tutta Europa ma posso farla solo su due gomme, quelle che ho appena comprato, e sulle altre due? La risposta è veloce: "Ma si se si buca una gomma non assicurata può sempre bucare anche quella nuova per fare comunque arrivare il carroattrezzi. Buongiorno Italia al profumo di furbetteria.
Wednesday, 26 June 2013
Orecchie bioniche
Heatrow
Charles se la sorride mentre tira fuori 85kg di valigie dal porta bagagli della sua Ford Galaxy adibita a taxi tra Londra e Heatrow. Uno a uno sfilano i compagni della nostra avventura: Mr Blue, il più tosto con la sua stazza sempre un soffio sopra i 25 kg legalizzati dalla British Airways; Mr Red, 18,5 kg di scarpe, cinture e toilettires. Poi Mr Orange, contenitore di quello che le ricerche di mercato classificherebbero sotto la categoria "altro" ovvero tutto ciò che non riesci a mettere nelle valigie e ti devi portare in volo e Mar Green, il migliore amico di Sofia a volte seggiolino altre volte zainetto da spalla. Abbiamo deciso di battezzare i nostri bagali ricorrendo a inequivolcabili codici colore mutuati dall'universo cinematografico quando a una settimana dalla partenza abbiamo capito che la frase "le calze sono nella valigia blu, quella grossa" era molto meno pratica di "sono in Mr blue".
Siamo di nuovo a Heatrow, sei mesi dopo la nostra orbita intorno al globo; ci siamo arrivati con un taxista con sorriso dal Ghana appoggiato su una cravatta rossa semielegante. Quando è venuto a prenderci a Londra Charles mi ha chiesto se con tutte queste valigie stessi mo andando in Africa, gli ho risposto "no ma torniamo da un giro del mondo di sei mesi". "Che cosa avete mangiato, come vi siete mossi, dove avete dormito?" La sua curiosità è a 360 gradi e gli sembra una cosa davvero grossa questo viaggio, una specie di alternativa a 'scalare l'Everest". Adesso che siamo ritornati al campo base inizio a ripassare i ricordi e questa volta sono quelli di Sofia. Nei suo sei mesi in giro per il mondo c'è la California con la casa di Topolino, Mini e Gufy a Disneyland. La Patagonia è la terra delle pecore e dei Gauchos, soprattutto del Gaucho dell'Estanzia Galpon e della pecora tosata sotto i suoi occhi con fare molto macho. In Chile abita Jade, compagno di tre cene all' ostello di Pucon e primo uomo ("the man") di cui Soffia abbia ripetutamente chiesto notizie. La casella della nuova Zelanda è vuota, non ci sono uomini, animali o pupazzi animati da ricordare, forse non ci siamo mai stati. L'Australia è il paese delle grandi cose, la grande chitarra, la grande mela, la grande aragosta, la grande pecora e tante altre statue di dubbio gusto che sfilano sulle strade della East coast. La China è la "please no more picture" land, dopo centinaia di macchine fotografiche puntate sulla piccola diva che rendono ogni passeggiata una difficile sfilata da star.
"Cabin crew prepare for landing", anche noi ci prepariamo a questo brusco atterraggio. Con le ruote che toccano terra anche un brividino dentro che non sa bene in che direzione andare. Facce amiche oltre la sliding door aiutano ad ammorbidire il tutto.
Friday, 21 June 2013
Top China experiences
- Dormire a Hutong (Beijing) per camminare la mattina tra le viuzze in mezzo agli uomini in pigiama e alle gattare in vestaglia.
- Scivolare giù dalla Grande muraglia sul taboga facendo le pieghe in curva.
- Sfilare tra le luci del Bund di Shanghai proteggendo la star Sofia da un esercito di paparazzi.
- Sfrecciare a 300 km/h sul fast train da Shanghai a Beijing tra campi bruciati e torri di cemento avvolti da una nebbia post atomica.
- Cena a base di dampling dai mille ripieni e Tsingtao beer con pesce bollito in omaggio perchè hai superato la folle spesa di 100 yuan (12 euro).
- Navigazione in notturna, con altri 100 turisti cinesi, tra i canali di Souzoh alla luce delle lanterne e al canto della tradizione con vendita finale di DVD fotografici.
- Affrontare il caldo bagnatissimo di Shanghai con un braccio incelofanato dopo aver fatto visita al Tattoo studio di Dylan.
- Discutere di cultural european mainstream con un abitante dell' Humble Administrator Garden in Souzoh con 40 gradi all'ombra.
- Ogni giorno cercare di superare le barriere linguistiche con il teatro del mimo. Ad esempio come spiegare al fruttivendolo di Hutong che hai già pagato per il gelato? Come fargli capire che sei uscito e sei rientrato nel suo negozio perchè ti sei dimenticato l'acqua che è l'unica cosa che adesso devi pagare? Ripeti la scenetta due volte poi, come nel gioco dei mimi, qualcuno finalmente intuisce.
Thursday, 20 June 2013
Shanghai Tattoo
Allo studio Shanghai Tattoo di Dylan, terzo piano di un palazzo Blade Runner di Maoming Nan Lu road, puoi sfogliare la rivista Flash Tattoo e scegliere tra un coloratissimo guerriero del sol levante che si apre lo stomaco sprizzando sangue anche dagli occhi o un E.T. con uno sguardo languido su una schiena bianchissima. Io mi accontento di tre lettere verticali nero su rosa per un fonetico So-phi-a come degna celebrazione della fine del congedo parentale. Come dal dentista aspetto il mio turno seduto su un divano ma qui al posto del manuale della perfetta igiene orale c'è un incoraggiante "Yes tattoo hurts" pennellato di rosso sul soffitto. Il livello di ansia è almeno doppio rispetto all'attesa per una otturazione. Davanti a me tre postazioni per artista tutte occupate per interventi graficamente più complessi e colorati della mia richiesta lineare in black and white. Fuori splendono i soliti grattacieli di smog e qualche pittogramma simile ai miei ma pulsante di rosso. Sotto un'adrenalinica compilation di hard rock stringo il layout con le mie 3 lettere tenendolo sempre dal verso giusto per evitare drammatici errori in fase di realizzazione dell'opera. Sto per agguantare il n. 5 di "Tattoo Erotica" quando l'uomo nero con la testa rasata e i lobi delle orecchie allargati mi chiama al suo banco di lavoro: è il mio turno.
Dopo 15 minuti di ago, inchiostro e pacca finale sulla spalla esco con un braccio incelofanato a proteggere il mio tessorro per affrontare i 42 gradi bagnati di Shanghai.
Italian cultural mainstream
Al giardino dell' Humble Administrator di Souzoh tira un'aria calda da cottura a vapore. La mia maglietta grigia Timberland indossata ancora bagnata da bucato nel lavandino del Soul hotel ha fatto in tempo ad asciugarsi e tornare umida, questa volta di sudore. Tanto Verde attorno per un beneficio puramente visivo senza alcun sollievo fresco sulla pelle. Lu della provincia occidentale se ne sta seduto su un pezzetto di storia fatta a muro di pagoda; armeggia una reflex con un teleobiettivo da far impallidire la torre del Bund di Shanghai. Svolti i convenevoli, come da dove vieni e perchè in Italia si parla Inglese (mi ha sentito discutere con Charlie), Lu sintetizza così la moderna fisolofia cinese :"pensare a fare soldi per comprare macchine e vestiti". Poi, a bruciapelo, mi spara l'impegnativa domanda: " what is the Italian cultural mainstream"? A distanza di 6 mesi mi ritrovo in una situazione tipo tavolo delle conversazioni peace and love del Red Victorian Caffe di San Francisco, ma qui fa molto più caldo e non aiuta la concentrazione. Azzardo un "dipende dai periodi e dalla sottocultura di appartenenza (in inglese)". Poi, anche con l'aiuto di Charlie, elaboro una risposta: "si lavora sempre e anche di fretta, specialmente a Milano, ma c'è sempre più la necessità di fermarsi per un buon bicchiere di vino o un piatto della cucina tradizionale". Gli ho sfoderato una sorta di teoria della slowfoddizzazione della società capitalistica in cui vino e cibo hanno ammorbidito tempi e modi del lavoro del proletariato e della borghesia. Un approccio agroalimentare che mette tutti d'accordo con le gambe sotto lo stesso tavolo. Continuiamo a parlare di bellezze e bruttezze architetoniche e della vita. Siamo d'accordo sul fatto che i palazzoni non devono per forza essere oscenamente comunisti come in China, vedi ad esempio cosa succede a New York. Lo stesso sul principio che la vita non è solo lavoro e che ci dobbiamo tenere strette le settimane di vacanza, in Cina sono 6 come in Italia. Anche solo per fotografare le bellezze di posti come questo dove, per la prima volta, si respira un pò meno inquinamento e si vede il cielo. Vorrei dire a Lu: "rimaniamo in contatto su FB" ma qui non c'è rete per i social media.
Memorie comuniste (15.06)
Per Claudio passaggiare tra il rosso e il nero della città proibita è un ritorno al passato. Classe 1960, capelli grigi arruffati sotto un berretto da marinaio, lui è venuto qui nel 1954 dall'Ecuador come Presidente della federazione degli studenti universitari. Ci è venuto in Transiberiana perchè Beijing era la terza tappa, dopo Mosca e Stalingrado, del congresso dell'unione internazionale degli studenti patrocinato dai popoli comunisti. E' stato invitato ad una cerimonia a Beijing con altre 200 persone dove erano presenti il primo Ministro e Mao.
Le sue memorie: "Allora era una società egualitaria, tutti vestivano dello stesso azzurro (solo nella più occidentale Shanghai le donne erano eleganti), abitavano nelle vecchie case in pietra e legno come quelle di Hutong e Mao era... meraviglioso". Oggi ci sono milionari, vestiti colorati ma palazzi grigi, inquinamento e Mao è ancora meraviglioso ma solo qui.
Per il resto Claudio ha girato un pro l'Italia tra Napoli, Milano e Torino, cita l'ultimo imperatore di Bertolucci e dichiara la sua passione per la nostra letteratura: "Dante e Petrarca e anche il Leopardi che è un romantico e pure Dannunzio anche se è un pò fascista". Quando di prima mattina prende posto sul nostro express tour di Beijing, con quel suo farneticare in spagnolo e alcune affermazioni tipo "ho conosciuto Mao" penso che sia una specie di don Quisciotte un pò rincoglionito. Solo poco prima di essere scaricato dal minivan a fine tour mi accorgo di avere parlato con un romantico barricadero con la pelle consumata che ha viaggiato nel tempo per racconti con occhi pieni di emozione.
In città con Sofia
partiamo dal fatto che i cinesi adorano i bambini, anche per il solo fatto che se tutto va bene ne possono avere solo uno. Mettiamo una creatura di due anni e mezzo, colori, linee e suoni occidentali, un pò di trecce e fiocchi rosa. Aggiungiamo un "ni hao" (il locale ciao) che esce dalla bocca quando incontra qualcuno ed è facile immaginare come mai Sofia appaia su un centinaio di smartphone disseminati tra Shanghai e Beijing. La sfilata inizia nell'elegante secondo piano del museo di People Square, in mezzo a 600 anni di porcellane dalla dinastia Ming a quella Quing, la vera attrazione è la bambola Sofia. Il guardiano con la fascia gialla, Il turista Koreano, l'amico del turista Koreano, l'appassionata di draghi blu e quella di fiori rossi stendono Il loro iPhones al passaggio della piccola Italo australiana. La passerella prosegue nei vicoli della città vecchia di Shanghai dove, tra l'odore di riso bollito e quello di acqua marcia, il trasportatore di cartone, l'uomo in pigiama, la fruttivendola, la parrucchiera e l'uomo da bar si mettono in coda per una foto con Miss Sofia. Ancora sulla grande muraglia tra gli Iphones della turista con ombrello parasole, della venditrice di cappelini a stella rossa e della controllora della seggiovia, sotto un sole umido e opaco. E per finire ancora paparazzi tra le casette molto decadenti di Hutong: l'operatore ecologico, il giocatore di Majang, la cuoca di strada, la nonna del bimbo senza mutande, il bimbo senza mutande, il fumatore, la fabbricatrice di ravioli, il ciclista con la ruota storta, il venditore di aglio e tanti altri abitanti di questo mondo no frills. Tanti sorrisi, pochi denti, qualche tatuaggio, un pò di pance, molte ciabatte, alcuni gatti in legno che salutano: tutti alla corte di Miss Sofia per un'esperienza indimenticabile sotto questo cielo colorato di smog e umidità che non viene mai giù.
Italian dinner in Shanghai (11.06)
Se cerchi di organizzare una cena in stile italiano per gli amici che ti ospitano a Shanghai devi confrontarti con:
- olio extra vergine di oliva Filippo Berio (packet by Salvos spa Lucca) con gusto vegetale per condire un tentativo di bruschetta.
- Tiramisù fatto con chinese farm cheese al sapore di albicocca che traina tutto verso un mondo yogurt, molto stucchevole.
- Vino Chardonnay Pais doc imbottigliatto da Euro wines come inquietante Sommelier choice. Comprato in promo 2 per 1 alla locale superette in abbinamento con un Bordeaux Tour 2001 messo in bottiglia dagli stessi mercanti senza scrupoli per un'esperienza senza profumo e senza gusto
Puoi sempre aggiungere un finale cinema con dvd acquistato al movie store sotto casa. Tra colori opachi e Tom Cruise che parla con un fortissimo eco, a metà del primo tempo qualcuno decide di abbandonare la sala in qualche parte del mondo e tu vedi la sua ombra alzarsi al centro del tuo teleschermo. Degna conclusione per quest'italian dinner in Cina.
Cavi elettrici
I cavi dell'alta tensione ti seguono dall'aeroporto di Shanghai, cavalcano al tuo fianco su torri di acciao e poi pali di legno fino ad arrivare in città dove si attorciliano in grandi spirali. Si arrampicano su mura di case cui nessuno ha mai concesso una seconda pennellata e li scaricano tutta l'elettricità. Tu la ritrovi in questi scooter che ti tendono agguati ad ogni angolo di strada: senza rumore sono già alle tue spalle. E' la stessa energia che fa vibrare la macchinetta in mano a Yang Yuan mentre si prende cura dei tuoi capelli alla bottega Tingyi per Il terzo taglio con stile da una donna senza stile.
Energia libera per questo treno da 303 km/ h tra Shanghai e Beijing dove sfilano a destra trattori abbandonati, campi verdi e campi neri, a sinistra villaggi di tetti rossi schiacciati da cattedrali di cemento, alle volte colorate ma solo agli ultimi piani.
Se però cerchi di andare su FB o di aggiornare il tuo blog, lì l'energia non arriva, sono luoghi ancora troppo lontani.
Monday, 3 June 2013
Surfing in Noosa (02.06)
Holden amaranto (24.5)
Pensieri sparsi tra Adelaide e Brisbane (18.5)
McLaren Vale (14.05)
Birthwood (13.05)
Un altro grido sul muro: "Wine in supermarket could mean a horror story ending for bottle shops and pub" per la felicità di Coles and Woolworth. In Australia se devi fare la spesa scegli tra due catene: Coles o Woolworth. Per fare benzina vai da loro, lo stesso per l'assicurazione della macchina. Anche per una bottiglia di vino i prezzi migliori li trovi nel loro liquore store fuori dal supermercato, perchè qui cibo e vino non possono andare insieme, almeno finora. Adesso ci stanno provando, così Wooly e Coles insieme a GM si prenderanno davvero tutto. Sparirà questo pub con i suoi tatuati professionisti di darts che andranno a lanciare freccette nella corsia dell'igiene intima mentre le loro donne, bionde con gonna e stivali in pelle nera, popoleranno le casse del supemercato su una sedia rinforzata a reggere il robusto back. Qui resterà solo questa bambina che sale e scende le scale la notte; alcuni clienti di Birthwood dicono di esserci passati attraverso con relativi brividi da horror story.
Campo base 12 Apostoli (08.05)
Intrappolati a Port Campbell (10.05)
Saturday, 11 May 2013
Great Ocean Road odissey
Friday, 10 May 2013
Misteri sulla Great Ocean Road
A Cape Otway sulla Great Ocean Road c'è una targa che ricorda l'ultimo volo di Frederch Valentinich. Il 24 ottobre 1978 Frederick volava su un Cessna 1821 e proprio sopra Cape Otway ha preso la sua direzione verso sud e verso il mare. 12 minuti dopo, alle 19:12 e 28 secondi l'ultima trasmissione radio: "that strange aircraft is hovering on top off me again, and it is not an airplane". 100 metri più in là una scala a chiocciola dentro la pancia del ligtouse ti porta da Peter che all'ultimo piano lucida gli ottoni del faro. Starnutisce, si soffia il naso e poi lucida, il tutto con lo stesso fazzoletto. Peter alimenta il mistero:"I should't talk about this but some nights you can see strange lights over the ocean". Quando saluti Peter una pacca sulla spalla è molto meglio di una stretta di mano. 10 km e qualche metro dopo il pannello di controllo di Phoebe (nome di battesimo della rossa BMW) impazzisce: spie rosse e gialle che lampeggiano. Non sono gli ufo, è il liquido di raffreddamento che "spreads eveywhere in the engine" come da diagnosi di Ken che sotto un tramonto di fuoco ci recupera con il suo truck. Sulla strada per Port Cambell, a bordo con Ken, passiamo da un suo cliente che ha appena investito un kangaroo. La macchina del pirata della strada è ferma ma del canguro non ci sono tracce: forse questo se lo sono portato via gli alieni.
Sunday, 5 May 2013
Yarra yarra 2
Alla Yering Farm di Yarra valley mentre Charlie e sofia giocano nel prato devo continuare il mio duro percorso di learning del vino australiano. Max mi porta in viaggio con 8 calici, parla italiano ed ha due casse di Malvasia Istriana in cantina. Un vecchio fienile in legno e lamiera, qui si respira profumo di autenticità, qui a fine 1800 una famiglia svizzera di winemaker, i Dechamp, ha cresciuto le prime viti. Qui si continua la tradizione con Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Pinot Noir, Sauvignon Blanc, Shiraz e Merlot. Voglio provare tutto, mi resta in bocca uno spettacolare Cabernet Sauvignon 2004: marmellata di ciliegie e berry con note di pepe nero, complessità, morbidezza e freschezza, tannino levigato con un finale che dura. Il tutto per 50 Usd. Impegnativo.
Yarra Yarra
Alla famosa De Bortoli winery di Yarra Valley c'è una batteria di 6 wine girls che aspetta i clienti dietro al banco della degustazione. Il problema è che corrono da una parte all'altra così ad ogni giro cambi partner e devi ritrovare il giusto feeling per proseguire. La tariffa della casa è molto affordable: 5 dollari per un viaggio di sensazioni e piacere che dura quanto vuoi. Dentro al capitolo "Serious withes" ritrovo il sentore di cherosene in un Riesling Reserve 2010 e una bella freschezza con un finale dolce sulle labbra. Torna anche il profumo vegetale con un Sauvignon PHI 2010 "euro style". Sotto la voce "interesting reds" incontro un Sangivese "to try with Vongoli". Chiedo alla mia partner dall'altra parte del banco se i vongoli siano dei pesci australiani da abbinare ad un bicchiere di quello che immagino essere un clone del Sangiovese. Chiudo il mio viaggio con un bicchiere di Nebbiolo, non presente in degustazione, che mi conquisto vantando radici piemontesi e competenze da Sommelier certificato Ais. Devo però dargli un parere onesto: colore e profumo interessanti ma in bocca rough.
Profumi forti in Hunter Valley
Al pub di Cessnock la colazione ha il profumo di uova fritte e bacon che sale su dalla sala ristorante alle 7 di mattina e bussa alla porta della nostra stanza da tre letti a castello per un delicato risveglio. Ha il sorriso di Trisha che ti parla della nuova Zelanda mentre schiaccia i tomatoes sulla piastra. Ha il colore rosa di un enorme fiore in plastica appiccicato all'occhiello della nostra vicina di tavolo. Un po più in là una pattuglia di giovani rockettari in town per seguire una kermesse musicale. Siamo a meno di 200 km da Sydney in piena Hunter Valley a caccia di Chardonnay e Semillon. Contravvenendo ad ogni regola della degustazione ci prepariamo al wine testing con sapori forti.
Alla Pokolbin winery il profumo della pancetta è sostituito da una nota di cherosene per un raro Riesling sfoderato da Alan che sorride dietro al bancone. Un odore che riporta ai vini di Malborough; il riesling aged prende questo inconfondibile sentore per nasi robusti che si sono allenati con l'english breakfast. Alla Robyn Drayton family owned winery predomina il lilla: divani, pareti, fiori, anche la maglia di Kathie che mi versa un bicchiere di Semillon Reginald, ha il colore della Provenza. Sentore di mandorla tostata perchè il Semillon anche in bottiglia con tappo in plastica evolve con questo profumo.
Dopo sei vinerie rientriamo al nostro genuinissimo pub per una cena a base di burger e chips a riassorbire l'alcol ingerito. Ordino l'hamburger del minatore : beef, cipolla, barbabietola, ananas, pancetta, uovo fritto, cheese e salse varie, accompagnato da una lager per risciaquare il tutto. Ci vogliono 10 tovaglioli per domarlo.