Per Claudio passaggiare tra il rosso e il nero della città proibita è un ritorno al passato. Classe 1960, capelli grigi arruffati sotto un berretto da marinaio, lui è venuto qui nel 1954 dall'Ecuador come Presidente della federazione degli studenti universitari. Ci è venuto in Transiberiana perchè Beijing era la terza tappa, dopo Mosca e Stalingrado, del congresso dell'unione internazionale degli studenti patrocinato dai popoli comunisti. E' stato invitato ad una cerimonia a Beijing con altre 200 persone dove erano presenti il primo Ministro e Mao.
Le sue memorie: "Allora era una società egualitaria, tutti vestivano dello stesso azzurro (solo nella più occidentale Shanghai le donne erano eleganti), abitavano nelle vecchie case in pietra e legno come quelle di Hutong e Mao era... meraviglioso". Oggi ci sono milionari, vestiti colorati ma palazzi grigi, inquinamento e Mao è ancora meraviglioso ma solo qui.
Per il resto Claudio ha girato un pro l'Italia tra Napoli, Milano e Torino, cita l'ultimo imperatore di Bertolucci e dichiara la sua passione per la nostra letteratura: "Dante e Petrarca e anche il Leopardi che è un romantico e pure Dannunzio anche se è un pò fascista". Quando di prima mattina prende posto sul nostro express tour di Beijing, con quel suo farneticare in spagnolo e alcune affermazioni tipo "ho conosciuto Mao" penso che sia una specie di don Quisciotte un pò rincoglionito. Solo poco prima di essere scaricato dal minivan a fine tour mi accorgo di avere parlato con un romantico barricadero con la pelle consumata che ha viaggiato nel tempo per racconti con occhi pieni di emozione.
Thursday, 20 June 2013
Memorie comuniste (15.06)
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